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Trascrizione della scheda

Frumento "Varrone"

(Autunnale, tenero, mutico)

Scheda di Nazareno Strampelli del 1920. Il nome assegnato al seme è un omaggio rivolto a Marcus Terentius Varro (116 a.C. – 27 a.C.) studioso della natura nell’antica Roma, reatino di nascita.

È il tipo contraddistinto col numero 92,0002024413 fra i numerosi tipi ottenuti dall’incrocio Rieti x Wilhelmina Tarwe.
La spiga è bianca, ha una densità media pari a 23. Il numero delle spighette fertili va da un minimo di 21 ad un massimo di 25 (media 23 per spiga).
Le spighette hanno da tre a quattro fiori fertili, ed il numero delle cariossidi va da un mInimo di 52 ad un massimo di 85, (media 65 per spiga).
Glume ovali ventricose, leggermente tronche, il rostro è brevissimo triangolare ed alla cui base sono due brevi nervature secondarie di colore leggermente giallo rossiccio, come la nervatura principale.
Glumette ovali, sormontate da ariste appena accennate (millimetri 1 a 2) nella metà inferiore della spiga, ma che vanno divenendo più marcate (da 3 a 5 a … 10 … millimetri) nella metà superiore, e più accentuatamente in uno dei lati della spiga che nell’altro. Di queste piccole ariste le più accentuate mantengono la direzione dell’ asse delle glumette.
Cariossidi ovali leggermente gibbose ed asimmetriche, con solco ventrale largo molto aperto, lobi a sezione triangolare; hanno una linea caratteristica depressa sul dorso; hanno lunghezza in media di millimetri 7, larghezza millimetri 3.70 ed il diametro dorso-ventrale maggiore, uguale a millimetri 3.06. Colore bianco luteo. Frattura farinosa. Peso di 1000 granella grammi 53.43.
I culmi si aggirano intorno all’altezza di metri 1.40-1.50 e ciò nonostante sono resistenti all’allettamento.
Accestimento elevato.
La maturazione del frumento Varrone è un po’ tardiva e cioè contemporanea a quella del "Carlotta Strampelli", ma è suscettibile, in annate favorevoli, di prodotti anche più elevati di questo ultimo frumento. Ed essendo mutico sarà anche più accetto dagli agricoltori, che sogliono utilizzare le lolle nella alimentazione del bestiame.
Nel 1918 ha raggiunta la produzione di quintali 46.20 per ettaro.
In questo anno - a Rieti ha dato q.li 32.50 per ettaro - a Roma (terreno di valle) ha raggiunti i q.ii 34.84 ad ettaro - a Casalbuttano (Cremona) fu provato dal Prof. De Carolis il quale ne ottenne quintali 22.80 per ettaro, prodotto parecchio superiore a quello di tutte le altre 18 varietà postegli a confronto.
Diedi il nome di "Varrone" per onorare il Reatino che scrisse De Re Rustica.